Dopo lo straordinario successo ottenuto da quasi sconosciuto con le tournée e le registrazioni discografiche effettuate con i Jazz Messengers, la fantasiosa e stimolante band di Art Blakey, Freddie Hubbard realizzò da leader nell'arco di 16 anni una decina di dischi per la Blue Note e la Impulse. Date queste premesse, nessuno può stupirsi del fatto che nell'autunno del 1966 Hubbard si vide recapitare un'offerta estremamente vantaggiosa da un'etichetta di primo piano.
In tutto, la Atlantic Records pubblicò sei album di Hubbard, il primo dei quali - Backlash - continua a essere ritenuto il migliore di tutti. Tre brani di Freddie Hubbard, uno di Bob Cunningham e due di altri autori formano la base di una brillante transizione, che portò il grande trombettista americano a passare con successo dall'hard bop al soul beat.
Nella realizzazione di questo disco Hubbard sollecitò al massimo i musicisti che lo accompagnavano, James Spaulding, Albert Dailey e - soprattutto - il contrabbassista Bob Cunningham e il batterista Ray Appleton, perché facessero fronte nel modo migliore possibile a un ritmo e a uno stile in continua evoluzione.
Fin dalle prime note del primo brano, si capisce immediatamente che Freddie Hubbard aveva nella sua mente e sotto le sue dita gli stili di Fats Navarro e di Clifford Brown.
I brani in programma sono davvero eccellenti, ma tra tutti merita di essere citato "Little Sunflower", nel quale l'evocativo timbro del flauto si armonizza alla perfezione con quello della tromba di Hubbard e il contributo di Ray Barretto si spinge molto oltre a un semplice dettaglio decorativo. Acquistando questo disco sarete assolutamente sicuri di non sbagliare, sia che stiate iniziando a collezionare gli album di Hubbard sia che stiate arricchendo la vostra collezione di grandi classici del jazz.
Questa straordinaria riproposizione della Speakers Corner è stata realizzata con tecnologia rigorosamente analogica, utilizzando i nastri analogici originali e un procedimento di rimasterizzazione del tutto analogico. Per finire, va sottolineato il fatto che l'etichetta tedesca ha provveduto a pagare tutte le royalty e tutti i diritti d'autore, un fatto per nulla scontato al giorno d'oggi.
Registrazione effettuata nel 1967 da Tom Dowd, Phil Jehle e Adrian Barber. Producer: Arif Mardin.
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Freddie Hubbard: flugelhorn e tromba
James Spaulding: sax contralto e flauto
Albert Dailey: pianoforte
Bob Cunningham: contrabbasso
Ray Appleton: batteria
Ray Barretto: percussioni