La musica fusion ha molto in comune con le tempeste tropicali, perché all'inizio infuria con incontenibile energia per poi acquietarsi leggermente, senza comunque perdere il suo sconfinato vigore.
Nell'occhio di questo ciclone che lungo il suo cammino ha travolto a partire dagli anni Sessanta tutti gli stili e i generi musicali c'è George Duke, un cantante e tastierista che nel corso della sua carriera diede vita a una collaborazione tanto creativa quanto tempestosa con artisti del calibro di Frank Zappa, Miles Davis e Jean-Luc Ponty.
In realtà, gli sgargianti colori dell'arcobaleno che Duke decise di presentare sulla copertina di questo disco non derivano tanto dalle tavolozze sonore del fusion jazz e del rock, quanto dal nero e dalle sfumature naturali del rhythm and blues.
Accanto a una dolce canzone d'amore ("Say That You Will") nel programma di questo disco troviamo un brano a più voce con passaggi solistici ("Sunrise"),che contribuisce a evocare l'atmosfera nostalgica della Motown, che allora era ormai decisamente avviata sul viale del tramonto.
Poi c'è "Party Lane" uno scattante funk declinato in tutte le maniere possibili e immaginabili, che dopo aver sfoggiato uno swing molto moderna, si ritrae improvvisamente fino ad asciugarsi come un osso.
In "Follow the Rainbow" si fondono una geniale musicalità, arrangiamenti di grande bellezza e una spiccata propensione per la risonanza, che contribuiscono a creare un sound fresco ed estremamente gradevole.