(Atlantic SD 1508) Yusef Lateef (ts, fl, perc, voc). Sonny Red (as). Blue Mitchell (tp). Kenny Burrell (g). Hugh Lawson (p). Buddy Lucas (hca). Cecil McBee, Bob Cranshaw (b). Roy Brooks (dr)
Registrato nell’aprile del 1968 negli studi RCA, New York City, da Ray Hall.
Prodotto da Joel Dorn.
Yusef Lateef (1920- 2013) è stato un grande rappresentante della world music molto prima che questa fosse nota alle comunità jazz, pop e rock.
Il polistrumentista americano amava arricchire le sue composizioni jazz e, come nel caso del disco “The Blue Yusef Lateef”, anche quelle blues, con le note di vari strumenti orientali come koto, flauto in bambù e tambura.
Il suo modo di suonare il sax era impeccabile e pieno di meravigliose trame, forte ed impulsivo in certi momenti, fresco ed esotico in altri. In “The Blue Yusef Lateef” l’artista esplora, in modo pittorico, le zone di confine del blues, in tutte le loro forme, rivolgendosi sia alla cultura orientale che a quella occidentale.
“Juba Juba” inizia con il ritmo di un tamburo su una nave di schiavi, il tempo diventa agonizzante ed è spezzato solo dal flauto di Yusef e dalle parti vocali che cantano ‘freedom, freedom, freedom’.
Dopo un inizio cupo è il momento del pezzo classico blues “Like It Is” che porta una ventata di aria fresca con un superbo quartetto d’archi in sottofondo.
Le suggestioni r&.b in altre tracce testimoniano le abili escursioni dell’artista nel regno del blues, mentre “Back Home” e la mistica odissea cinese “Moon Cup” intessono una magica rete di puro piacere.
“The Blue Yusef Lateef” toglie davvero il fiato: come album jazz è una pietra miliare, come disco blues è semplicemente unico, ma come opera musicale è veramente un capolavoro glorioso e geniale.